Le spade dal lago

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Dai fondali del piccolo lago di origine vulcanica di Mezzano, all’interno della caldera di Latera e non lontano da Valentano, ricerche subacquee hanno restituito, nel corso del tempo, le prove archeologiche dell’esistenza nel corso dell’Età del Bronzo (2300-1000 a.C. circa), di un importante insediamento palafitticolo, oggi completamente sommerso, da cui proviene una grande quantità di vasi in ceramica, molti dei quali integri, vari strumenti di lavoro in metallo di bronzo, come le asce, e oggetti di ornamento, come due bellissimi spilloni. Sempre dalle acque del lago, nell’area dell’insediamento nota come M3, provengono due reperti straordinari, unici nel territorio, sui fondali lacustri per oltre tre millenni eppure splendidamente conservati: si tratta di due spade di bronzo dorato, aspetto dovuto all’elevata presenza di stagno in lega con il rame La spada nota come “tipo Arco” si ricollega ad esemplari simili rinvenuti, nei casi in cui è nota la provenienza, nel letto dei fiumi dell’Italia nord-orientale: tale dato ha spinto gli studiosi ad ipotizzare che questo tipo di spada avesse un significato votivo, ipotesi che pare anche confermata nel caso dell’esemplare di Mezzano dal fatto che le analisi metallografiche svolte su di essa hanno evidenziato una lavorazione incompleta; la spada, infatti, sembra non essere stata sottoposta ai necessari cicli di riscaldamento e battitura e quindi è priva della durezza necessaria a svolgere la sua funzione di arma. Anche la seconda spada, quella nota come “tipo Canegrate”, sottoposta alle medesime analisi della prima, ha evidenziato una durezza relativamente bassa a causa della lavorazione incompleta. Entrambe le spade sono state attribuite, come anche altri oggetti di bronzo (una fibula ad arco di violino foliato, un’ascia ad alette mediane e due punte di lancia), all’Età del Bronzo Recente (1350-1200 a.C. circa).
Le spade dal lago, che strano titolo abbiamo scelto per questa nostra scheda? Vi starete chiedendo cosa c’entrano delle spade con un lago, e soprattutto quale lago? Sicuramente starete pensando al grande lago di Bolsena, l’enorme lago di origine vulcanica, che si riesce a vedere anche dall’alto della torre del nostro museo. Ma no, non si tratta di quel lago ma di un altro molto più piccolo anche se non per questo meno importante, anzi! Stiamo parlando infatti del lago di Mezzano. Dovete sapere che questo piccolo lago nasconde, sotto le sue limpide acque, un tesoro sommerso e una storia che viene da molto lontano. Anche questo specchio lacustre, come quello di Bolsena, è di origine vulcanica, e tutto intorno a sé è circondato dalla ‘caldera di Latera’. Con la parola caldera i vulcanologi, gli scienziati che studiano la formazione e lo sviluppo dei vulcani, indicano una conca con un fondo piatto, occupata spesso da un lago, come nel caso del nostro di Mezzano. Ma quale mistero nasconde questo piccolo bacino? Il segreto, ormai svelato, che potete venire a conoscere nelle sale del nostro museo sono i resti di un villaggio di palafitte, pensate risalente all’età del Bonzo, più di 3000 anni fa! Dal fondo del lago sono stati infatti recuperati molti oggetti appartenenti alla vita degli abitanti di questo antichissimo villaggio: vasi in ceramica, strumenti di lavoro, spilloni e anche, naturalmente, le nostre spade. Ora vi sarà sicuramente più chiaro perché questa sezione si chiama ‘le spade dal lago’! Tutti questi oggetti sono stati recuperati durante delicatissime operazioni effettuate da esperti subacquei, e poi portati al museo per essere puliti e studiati. Ed è proprio durante questi studi che le nostre spade hanno svelato il loro segreto. Sottoposte ad un tipo particolare di analisi, chiamata metallografica, le spade hanno mostrato il materiale con cui erano state costruite, bronzo dorato, ma hanno mostrato anche altro: non erano state costruite per combattere! E come possiamo saperlo? Perché le analisi, e la scienza riesce sempre a restituire la storia agli oggetti anche i più antichi, hanno dimostrato che le nostre spade sono incomplete, non hanno subito gli ultimi passaggi della loro lavorazione: quello del riscaldamento e della battitura, grazie ai quali il metallo sarebbe diventato duro e adatto per renderle delle armi da usare in battaglia. E a cosa servivano allora le nostre spade? Molto probabilmente sono state costruite come offerte religiose. In che senso direte voi? Beh non vi resta che venire al museo di Valentano per scoprire fino in fondo la loro storia, e pensate che potrete anche prenderne in mano una copia ed entrare nella ricostruzione di una capanna preistorica. Ma vi vogliamo lasciare con un ultimo piccolo segreto. Vi invitiamo ad andare a vedere dal vero il lago, provare a sedervi su una delle sue sponde e guardare le sue acque blu per qualche minuto. Se siete fortunati, e mentre siete lì seduti a guardare d’improvviso cambia il vento, vedrete la sua superficie diventare uno specchio perfetto, e quello che sta sopra diventerà esattamente uguale a quello che sta sotto. Una magia che si compie sin dai tempi delle palafitte!
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Voci dal Museo

Giulia Santi è una giovane studentessa di Valentano iscritta alla facoltà di Giurisprudenza presso l’Università degli studi della Tuscia di Viterbo. Dai tempi del liceo, grazie all’esperienza vissuta nel corso dell’Alternanza scuola lavoro, si è appassionata alle storie ed ai manufatti custoditi nel nostro museo.

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