Il cortile d'amore

cortile-amore-03
Nel 1354 la Rocca divenne proprietà dei Farnese che la trasformarono in un palazzo residenziale. Per le nozze di Angelo Farnese e Lella Orsini, celebrate nel 1488, fu realizzato l’artistico Cortile (denominato ora “Cortile d’Amore”), mentre al periodo in cui la Rocca fu abitata da Pier Luigi Farnese e Gerolama Orsini (matrimonio avvenuto nel 1519) risalgono altre opere (camino monumentale, portali e vera del pozzo) realizzate su disegni di Antonio da Sangallo il Giovane. Furono questi gli anni più belli della vita del Castello perché vi nacquero personaggi importanti come Alessandro e Ranuccio, futuri cardinali, i duchi Ottavio e Orazio e Vittoria, duchessa d’Urbino. Alessandro Farnese, eletto Papa con il nome di Paolo III, fece costruire la grande loggia, con undici archi superiori, in tufo e mattoni verso ponente, che da lui prende nome.
Ed ecco che ci accingiamo a raccontarvi un’altra storia! E come in tutte le nostre storie anche in questa ci sarà il museo, ospitato nella magnifica Rocca Farnese di Valentano, a farle da sfondo. Ma questa volta non vi parleremo di uno oggetto in particolare, ma bensì di un luogo e più precisamente di un cortile. È possibile raccontare la storia di un cortile, direte voi? Ma certo, ogni luogo può essere raccontato! Pensate a un posto che frequentate: il cortile della scuola, quello della biblioteca o l’androne di un palazzo in città. Chi li ha costruiti e quando? Per quale motivo ha scelto di fabbricarli proprio in quel modo? Quante famiglie e quante persone li hanno frequentati nel corso degli anni. Ecco quella che vi stiamo per raccontate è proprio una storia di questo tipo, c’era un palazzo, c’era una famiglia e c’era… un matrimonio! Ed ecco svelato il titolo del nostro racconto: il Cortile d’Amore. Siamo alla metà del 1400 e la nostra Rocca, già da diversi anni, è proprietà della potente famiglia Farnese. Erano sì i padroni della Rocca, ma ancora non la abitavano, la loro residenza infatti, si trovava nel vicino paese di Canino. Accadde però che dopo qualche tempo i Farnese decisero di trasferirsi a vivere a Valentano e di trasformare la nostra Rocca in un bellissimo palazzo, una residenza degna di ospitare una famiglia così importante. Perché dovete sapere che quando si trasferisce una famiglia così illustre, non si trasferiscono solo i loro componenti bensì tutta la corte. E quindi soldati, amministratori, cuochi, camerieri, insomma tutti i dipendenti che servivano a mandare avanti gli affari e la vita quotidiana. Una vita fatta di ricevimenti, visite di ospiti illustri e occasioni importanti da festeggiare. Ed è proprio per festeggiare un evento prestigioso che nei lavori di ristrutturazione nella Rocca verrà realizzata la trasformazione più grande. Ma perché il nostro cortile si chiama Cortile d’amore, vi starete chiedendo? La risposta è presto detta, perché il matrimonio tra Angelo Farnese (figlio di Pier Luigi Farnese) e Lella Orsini (figlia di Niccolò III Orsini Conte di Pitigliano) si narra fosse un matrimonio d’amore. E non lo sono tutti? Non sempre in realtà e soprattutto non sempre nel passato. Dovete sapere che un tempo quando le grandi famiglie nobili volevano unirsi, per ingrandire il loro potere e le loro proprietà, un modo per farlo era di fare sposare i loro figli, unendo così, attraverso il matrimonio, anche le loro casate. Ma questa nostra storia è diversa dal solito. Si racconta infatti che Angelo e Lella in realtà non si sposarono solo per il volere dei loro genitori ma perché si amavano veramente. Si erano forse incontrati durante le grandi feste organizzate dalle loro famiglie o forse durante le battute di caccia che si svolgevano nel vicino bosco del Lamone, un luogo incantato, situato a confine tra le terre dei Farnese e degli Orsini. A riprova del loro vero amore, quando si sposarono nella chiesa di Valentano, si promisero a vicenda che se in futuro uno dei due sposi fosse venuto a mancare, l’altro si saprebbe ritirato a vivere in convento e non avrebbe mai più provato amore per nessuno. Purtroppo il destino volle andare proprio in questa direzione, e come per le più belle storie d’amore che ancora oggi si raccontano, il lieto fine non sempre si riesce a realizzare. Ma torniamo al giorno felice delle nozze dei nostri Angelo e Lella. Tutto era pronto, tutti i lavori di ristrutturazione della Rocca erano stati portati a compimento. E che lavori! Una trasformazione incredibile! Ogni opera che venne creata era stata studiata sin nei minimi dettagli per parlare dell’unione dei nostri sposi e soprattutto delle loro famiglie! La Rocca si trasformò così in una residenza di lusso, con grandi saloni, tutti dipinti e decorati. Creando in ultimo anche il nostro bel cortile. Pensate che per realizzarlo si demolirono parti del palazzo, e si fece un grande vuoto proprio al centro dell’edificio. Si realizzò poi un porticato al piano terra sorretto da delle belle colonne e una loggia al piano superiore. Le colonne vennero sormontate da meravigliosi capitelli, tutti diversi l’uno dall’altro. Un lavoro quest’ultimo che richiedeva l’arte di un abile artigiano, e fu così che venne chiamato per l’occasione il maestro Laurentio, scalpellino di Firenze, che in quel momento si trovava a lavorare nelle zone di Valentano. Nei capitelli vennero scolpite immagini di augurio ai nostri sposi e di prosperità per le loro famiglie. Ed infatti a guardarli bene troviamo che il giglio, simbolo della famiglia Farnese, i trasforma in spiga di grano, in palma e in bocciolo di fiore, tutti simboli bene auguranti. Ma non finisce qui, perché tra i tanti capitelli realizzati, ce n’è uno in particolare nel quale il nostro maestro scalpellino ha messo tutta la sua bravura, realizzando la sintesi dell’unione tra i nostri sposi. Scolpito da tutti e quattro i lati con elementi vegetali, possiede però una particolarità unica, perché da un lato compare il giglio e dall’altro la rosa, il primo simbolo come abbiamo visto dei Farnese e quindi di Angelo, e il secondo simbolo della famiglia Orsini e quindi di Lella. Immaginiamo la gioia e l’emozione dei nostri due sposi quando entrando nel cortile si ritrovarono immersi in tanta bellezza, circondati da tutti quegli auspici di felicità, scolpiti finanche nelle pietre! E si conclude così il nostro racconto. Naturalmente vi aspettiamo al museo per venire a scoprire con i vostri occhi il nostro meraviglioso Cortile d’Amore. Dove trovarlo vi state chiedendo? Non vi preoccupare lo troverete subito davanti a voi, appena varcato l’ingresso! Vogliamo però proporvi un gioco, prima di entrare in biglietteria, fatevi un bel giretto tra le colonne del cortile ad ammirarle tutte, ma guardate verso l’alto però! In cima alle colonne, dove sono posizionati i capitelli del nostro matrimonio d’amore, e perché non provate a contarli? Quanti sono? E dove si trova il capitello simbolo del matrimonio di Angelo e Lella? Trovatelo e venire a raccontarcelo prima di entrare al museo e scoprire le tante meraviglie custodite nella nostra Rocca Farnese di Valentano!
cortile-amore06

Scarica il gioco

Voci dal Museo

Agnese Dore, laureata in Conservazione dei beni culturali, ha scoperto la sua passione per l’archeologia frequentando la Rocca Farnese e il Gruppo archeologico ‘Verentum’ di Valentano. Da allora non ha mai smesso di divulgare e promuovere la storia e la cultura del territorio, grazie anche alle collaborazioni messe in campo con il nostro museo.
Agnese DoreIl Cortile D'Amore